Rapporto 2021 sulle allerte alimentari RASFF

17 Dic Rapporto 2021 sulle allerte alimentari RASFF

E’ stato pubblicato da parte della Commissione Europea il rapporto 2021 sul sistema di allerta rapido per gli alimenti (Rapid alert system for food and feed – Rasff ) da cui si evince un sensibile incremento del numero di segnalazioni rispetto agli anni precedenti.

Se da una parte questo elemento può essere interpretato come una testimonianza della maggiore attenzione sulla sicurezza alimentare, dall’altra può essere visto come un incremento delle criticità nelle filiere alimentari.

Le notifiche totali relative ai rischi per la salute sono state 4.607 (4.102 riguardavano prodotti alimentari, 236 mangimi e 269 materiali a contatto con gli alimenti). Il settore alimentare ha avuto un incremento di segnalazioni del 20% circa.

L’allerta più rilevante ha riguardato la presenza di ossido di etilene nel cibo (468 casi), mentre il tema dei pesticidi con 1.231 segnalazioni (in aumento del 61% rispetto al 2020) resta il pericolo più importante. I sospetti di frode sono stati oltre 400.

I prodotti ritirati dal mercato perché potevano portare a gravi rischi per la sono stati 1.455, mentre 1.457 sono stati bloccati alle frontiere e non hanno raggiunto i punti vendita.

La relazione sottolinea inoltre il boom del commercio elettronico di alimenti tanto che 281 notifiche hanno riguardato l’e-commerce e, in particolare, la commercializzazione di integratori alimentari e di prodotti fortificati.

I richiami relativi ai microrganismi patogeni sono stati 863. Tre quarti delle segnalazioni (641) erano dovute alla presenza di Salmonella (soprattutto carne di pollo, principalmente di origine polacca). La Listeria monocytogenes ha rappresentato il 16% delle notifiche relative ai microrganismi patogeni presenti negli alimenti, quelli più colpiti sono stati: latte e prodotti lattiero-caseari (45 notifiche), carne e prodotti a base di carne compreso il pollame (37), pesce e prodotti ittici (33). 89 notifiche riguardavano Escherichia coli (nei quali la metà dei casi riguardava le forme più pericolose di Escherichia coli di shigatossine in prodotti a base di carne diversi dal pollame (33).

Il rapporto completo è scaricabile a questo link